L'appuntamento (capitolo cinque, 2° episodio)

«Vado pazza per i peluche! Ne ho una ventina, ma questo è il mio preferito!» Ambra si sedette sul divano accanto ad Abele e prese Balù in collo.

«Ambra, – disse Abele sorridendo – io ti conosco da nove anni, vero?»

«Più o meno…sì, nove anni. Perché?» chiese Ambra stupita.

«Anche a quel tempo ti piacevano i pupazzi di peluche, e dissi a me stesso: ”questa ragazzina ci gioca ancora…”. Adesso hai la stessa passione, e non sei più una ragazzina…E’ bello!»

«Vuoi dire che sono una ragazza infantile? Che non sono matura?» rispose con l’aria fintamente risentita

«Assolutamente no! C’è gente che è infantile sul serio, anche se agli altri questo non sembra solo perché giocano con giocattoli fatti per persone adulte. Tanti non si rendono conto che fanno gli ipocriti…Tu sei così, sei al naturale, e va bene così!»

Ambra guardò Abele per un attimo, sorridendo, poi aggiunse:

«Alfredo mi diceva sempre che non ero mai cresciuta…» Abele ribatté:

«Non è vero! Sei te stessa!» Avrebbe voluto aggiungere anche: “invece sei cresciuta, e neanche tanto male”, ma tacque.

Ambra continuò:

«Diceva che per i primi tempi lui trovava eccitante il fatto di dovermi insegnare qualcosa, dovermi guidare dove inciampavo. Però con il passare del tempo s’è stancato. Mi diceva: “ma è possibile che tu non abbia un hobby?”. Oppure: “vorrei sapere perché non ti interessi mai a niente…”. Alla fine io ho staccato la spina, non ce la facevo più. Era uno stress…»

«Il fatto è che ti interessi di cose di cui a lui sicuramente non importava un fico secco…» disse Abele cercando di mantenere un tono distaccato.

«Vedi, Ambra - continuò Abele - io credo che ci siano persone che “credono” di aver trovato la persona giusta, poi con il tempo si accorgono che c’è qualcosa che non va. Allora cercano di colmare questa incongruenza in qualche modo, cercando di cambiare l’altra persona. E non credo che questo significhi amare. Amare fino in fondo vuol dire accettare, e saper capire.»

«Vuol dire soffrire…» aggiunse con tristezza Ambra, con lo sguardo perso nel vuoto.

«Una vita senza sofferenza non vale la pena di viverla…» sentenziò Abele.

«Mah, su questo ci sarebbe da discutere parecchio!»


© Massimo Rognini

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