L'appuntamento (capitolo sette, 2° episodio)

Era tutto pronto. A quel punto non rimaneva che aspettare. L’ansia era di quelle che faceva sudare le mani, Abele in certi momenti cercò di immaginarsi che cosa avrebbe detto alla prima donna che avesse chiamato, cosa avrebbe fatto alla prima donna con la quale sarebbe uscito. Ad un certo punto si rese conto che potevano chiamarlo da tutta Italia, e si sentì per un attimo completamente spiazzato: che figura avrebbe fatto se fosse saltato giù, tutto imbellettato e profumato, da una Fiat uno con il motore fumante a causa del viaggio fino a Milano? Si tranquillizzò quando si rese conto, quasi subito, che lui aveva la facoltà di filtrare e scegliere le proposte. Poteva decidere dove e con chi andare, non era una cosa da poco.

Una sera di metà settimana Paolo si presentò a casa sua:

«Ho quello che fa per te!» disse mettendo un mouse in mano ad Abele.

«Hai trovato un computer ad un prezzo buono? Bravo!» Abele era sceso a compromessi con il suo senso di riluttanza verso l’hi-tech, aveva ceduto di fronte alla necessità di avere a disposizione un mezzo che gli consentisse di controllare almeno i messaggi di posta elettronica, senza stressare Paolo, per vedere se qualche leggiadra signora si fosse fatta viva.

«Per quello che ti serve, almeno per ora, va benissimo questo: è di qualche mese, ma è sempre valido. Se con questo intendi lavorarci anche con la grafica, allora il discorso cambia…»

«No, no…Per ora va bene così…Magari per l’altro discorso se ne parlerà!»

«Come vuoi! Allora, mi aiuti a scaricare l’automobile? E’ tutto giù, non penserai di fare tutto con quell’affare lì?» esclamò Paolo indicando il mouse che Abele aveva in mano. In poco tempo fu assemblato un decente e rispettabile computer sul tavolo da disegno, accanto al divano. Fu caricato qualche programma interessante e Abele ebbe dall’amico qualche dritta, per trovare da solo la soluzione in caso di difficoltà.

«Ecco, fai clic qui sopra, tieni premuto il tasto e sposti il mouse di qua: in questa maniera sposti anche l’icona. Poi lasci…» Abele stava ascoltando ciò che Paolo gli spiegava, quando il suo nuovo cellulare suonò, vibrante di maliziosa insistenza

«Chi sarà?» sussultò Abele a bassa voce, quasi avesse paura che lo potessero sentire da dentro il cellulare.

«E che ne so? Rispondi e lo saprai!»

«Ma che dico??»

«Ricorda: l’importante è che tu ti dimostri sicuro! Le donne che pagano, quelle che pagano bene, non sono certo quelle “giovani-giovani”. Le signore con una buona posizione come le professioniste, le mogli di professionisti…Quella è merce buona! Quindi, poche parole, ma buone…»

Intanto il telefono continuava a squillare.

«Va bene. – Abele si buttò, e aprì lo sportellino del cellulare – …Pronto?»

© Massimo Rognini

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