L'appuntamento (capitolo due, 3° episodio)

« Ah, sì! Fallo accomodare!» disse voltandosi. La segretaria scivolò via e Abele timidamente si fece avanti, entrando nell’ufficio. Questo era proprio il tipo d‘ufficio che uno si aspettava da un “Art Manager” di un’agenzia di pubblicità. Sulla destra troneggiava una bella scrivania di legno scuro con un piano di vetro, e sopra regnava un computer con un grande schermo, una lampada nera, qualche foglio, un portapenne. Sulla sinistra c’era un angolo salotto, qualche poltrona attorno ad un tavolino da fumo, e sotto si stendeva un tappeto persiano di colore marrone e rosso. Lì accanto era sistemato un mobile bar con qualche bottiglia di buon whisky, brandy, analcolici e una macchina per il caffè, accesa e con due tazzine sotto. Di fronte troneggiava una lavagna luminosa per le proiezioni, e nell’angolo una lavagna, tradizionale, a grandi fogli bianchi. Tutte le pareti dell’ufficio, come quelle del salotto d’attesa, erano coperte da immagini e slogan create dalla “Art & Design Comunications”. Il dottor Bruni tese la mano ad Abele, e con aria inaspettatamente gioviale sorrise:

« Si accomodi, signor…signor ? »

« Toni, Abele Toni, buongiorno…» rispose un pò preoccupato, mentre l’altro gli stritolava la mano destra, e si sedette sulla sedia di fronte alla scrivania.

« Bah! Buongiorno un corno… Ma lasciamo perdere, anzi: mi scusi, ma sono uscito fuori dei gangheri. Quel ragazzo è bravo, e parecchio! Però è distratto, chissà dove ha la testa, e questa è una cosa che io non sopporto… » Il dottor Bruni si girò e andò all’angolo bar, dove c’era la macchina da caffè accesa:

« Avevo preparato il caffè, ma ho cacciato via il Rossi prima di farglielo bere. Lo prende lei un caffè?» gli chiese mentre il dottor Bruni cominciava a sorseggiare il suo.

« No, grazie. Il caffè… rende nervosi… »

« Invece per me è un toccasana! Arrivo in ufficio sempre a digiuno, non faccio mai colazione al bar perché non si trova mai un posto per l’automobile, e allora lo prendo qui. Mi dà la carica per la giornata! Allora, veniamo a noi: ha qualcosa da farmi vedere, vero? Sua madre, con l’assicurazione sulla vita mi ha accalappiato, sono diventato suo cliente e mi ha parlato dei suoi lavori, delle sue aspirazioni… »

« Ho una cartella con me, con le ultime ideine, ma... a dire il vero qualcosina l’avevo spedita anche per posta, due mesi fa… » rilevò timidamente, quasi per sminuire il lavoro preparato.

« Ah, sì…Quei progetti che sono arrivati per posta… Sì, quella cartella.. » cercò di ricordare il dottor Bruni ad occhi chiusi, poi li aprì, andando verso la scrivania.

Abele approfittò della pausa per ingraziarselo un po’:

« Sapete, seguo sempre i lavori che escono da quest’agenzia, sia alla televisione sia sui giornali. C’è sempre quel che di originale… Una firma, direi! Per esempio quella pubblicità sui pomodori senza semi era micidiale: il pomodoro senza semi, quella coppia di sposi che rotolava nella salsa, quel gioco di luci…Insomma, forte!» Stava seguendo il capo, quando arrivarono alla scrivania gli porse la cartella che si era portato con sè:

« ... ecco qua...»

« Sì, certo » - rispose il dottor Bruni afferrando le carte

« tentiamo sempre di fare campagne pubblicitarie di tendenza, che cerchino di attirare l’attenzione sul prodotto in modo diverso dall’usuale, ma …veniamo a lei!» disse tagliando corto.

« Ho visto, e vedo, che la mano ce l’ha buona – osservò mentre apriva la cartella e sfogliava il contenuto – e vedo anche che ha delle idee che…potrebbero anche essere studiate con attenzione, non sono male ma… - il dottor Bruni pareva quasi imbarazzato - mi chiedevo: d’accordo, sa usare gli strumenti tradizionali, si vede, ma credo che sappia che in questo campo adesso i supporti di lavoro non sono più il pezzo di carta e le matite. Ma i vari programmi informatici, come fotocomposizione, ritocco, Visual 3D… Li conosce? Non li ha mai usati? »

© Massimo Rognini

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