L'appuntamento (capitolo due, 5° episodio)

Una volta chiusa la porta, raggiunse la scrivania della segretaria Giulia, si fermò e osservò che lei ancora armeggiava con la limetta per le unghie, pollice sinistro. Si avvicinò e tentò di attaccare discorso, in maniera amichevole:

« Ma il principale è sempre così? Come stamattina? Perché se dovesse graffiare e mordere…grrr...»

a questo punto, mentre faceva il verso, fece una mossa con le mani, mimando l’attacco di un animale feroce verso una preda indifesa

« non devi far altro che chiamarmi…! » concluse, e la faccia che allegò a questo tentativo di fare il simpaticone fu quella del pesce bollito; afferrò una penna della scrivania e scrisse il suo numero di telefono su un foglio, rendendolo alla ragazza con aria complice:

« ...e io ti salverò ! »

« Lo terrò presente, signor Toni. Buongiorno. » rispose lei, alzando gli occhi ma senza smettere di restaurare il pollice sinistro.

« Buongiorno…» echeggiò svuotato da ogni prospettiva di successo, calando lentamente il foglio sulla scrivania, quindi si allontanò, e piano piano:

« Ecco... tienilo presente, sì, ma speriamo che tu lo trovi occupato, tegame! »

Così borbottando arrivò al portone. Uscì e lo richiuse, per non tornarvi mai più.

Quello che successe dopo avvenne in un lasso di tempo tutto sommato breve, due giorni. Nel pomeriggio, verso le quattro, aveva un altro appuntamento, presso una ditta di promozione aziendale, ma anche in quell’occasione il colloquio non ebbe un esito favorevole. Non dipendeva dalle sue capacità o meno, ma dal fatto che lì dentro facevano tutt’altra cosa, in confronto a quanto si aspettava. Il giorno dopo ci fu un altro incontro, senza appuntamento, con il responsabile di una ditta di cartelloni pubblicitari stradali. Anche in quel caso, niente da fare. Al colloquio successivo si manifestò in tutta la sua violenza la nuda e cruda realtà: neanche parlò, senza tanti complimenti ricevette una porta chiusa in faccia, neanche fosse stato un venditore porta a porta. Fu l’ulteriore prova della difficoltà in cui si trovava in quel momento. Non poteva bastare il volantinaggio, non poteva bastare qualche ora al nero come cameriere, non voleva impelagarsi nella vendita di polizze per l’agenzia di sua madre, ma le bollette continuavano ad arrivare, e nel frigorifero cominciavano a manifestarsi strani fenomeni di eco, come nelle stanze vuote di un appartamento appena costruito.

Bisognava escogitare qualcosa.

© Massimo Rognini

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