L'appuntamento (capitolo tre, 2° episodio)

«Certo che con quel lavoro che ti sei inventato, sei sempre indaffarato! Non c’è un attimo di tregua: da quando siamo qui è la quarta telefonata! Non c’è pace, e staccalo…!»

«Eh, hai ragione, scusa!» rispose Paolo dopo aver chiuso il telefonino

«ma sai, con questo lavoro bisogna essere sempre on-line! C’è gente che chiama a tutte le ore. Si passa da quello che ti chiama durante la pausa mensa, da chi sta dietro alle borse che stanno dall’alta parte del mondo, ti chiamano nelle ore più impossibili…Ma che faccio? Non li accontento? Il mio lavoro consiste nel prendere il prendibile! Con quest’aggeggino – disse Paolo sornione, battendo dei colpetti sul cellulare come se stesse dando una pacca sulle spalle di un amico – ho il mondo in pugno! Con Internet, poi, e’ una goduria…Abele, non hai mai voluto darmi retta, ma ti ho sempre detto…»

«Mi hai sempre detto – lo precedette Abele – che dovrei comprarmi un computer, allargare i miei orizzonti, propormi all’estero, che tanto con quell’aggeggino è facile…» e indicò il computer portatile

«ma vedi, il fatto è che in quella maniera non mi diverto, non mi attira! Io la soddisfazione la trovo facendo le cose con gli strumenti che ho sempre usato; fare dei disegni con l’elettronica, con il computer... mi sembra che questi cosi lascino un velo di nebbia tra la creatività e la naturalezza, tra…»

«Dici così solo perché non hai esperienza ad usare i programmi!», lo interruppe Paolo.

«E’ come imparare ad andare in automobile. Finché non hai imparato dici: “E chi me lo fa fare? Vado in bicicletta, guidare l’automobile è pericoloso!” Ma quando dopo un po’ di tempo ci prendi la mano, allora sì che vai, e ti accorgi che con la macchina si va meglio, e più veloce! E guidi senza pensare a guidare, la macchina va da sé. O no?»

«Hai ragione, però…» Abele ingoiò un pezzo di panino che era rimasto a metà gola

« però come…» e fu di nuovo interrotto dalla suoneria del cellulare di Paolo

«Sì, pronto?» Il cellulare di Paolo aveva trillato e l’attimo seguente lui aveva già risposto

«Eccolo là!» fece desolato Abele con un gesto della mano,a voce bassa. Paolo gli rispose silenziosamente alzando le spalle, e alzando contemporaneamente le sopracciglia, come a dire

“ eh, oh… o allora?”


© Massimo Rognini

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