L'appuntamento (capitolo due, 2° episodio)

« Tu sei un cretino! »

«Allora: questo cliente si è rivolto a noi dopo una stagione non troppo felice per le vendite, e con noi vuole rifarsi. Allora: vuol dire che noi abbiamo la sua fiducia, giusto? Allora: il nostro cliente produce, in questo momento, panettoni, per venderli a Natale, giusto? »

la voce si alzò sempre di più, fino ad urlare:

«E allora, pezzo di rimbambito, tra una settimana dobbiamo presentare la campagna pubblicitaria al cliente che produce panettoni e tu invece fai i cartelloni e lo slogan per le colombe pasquali!! Che c’è, i panettoni hanno messo le ali? Fuori!! Ti do cinque giorni di tempo, e torna a lavoro fatto! Via!»

Abele rimase immobile sulla poltroncina a fissare allibito la porta dell’ufficio del dottor Bruni, che aveva di fronte. e si faceva sempre più piccino. S’immaginò quella stanza come una gabbia, e che dentro ci fosse un leone che ruggiva contro un topolino rintanato in un angolo. La porta si aprì di scatto e il topolino uscì. Tutto scarmigliato e rosso in viso, con delle immagini di colombe tra le mani si diresse verso la scrivania della segretaria:

« Giulia, per favore, mi rispedisci.. anzi, se me la stampi, una copia della commessa della Palmieri, la mia l’ho persa... in questi giorni ho il computer in avaria! Sono andato a memoria, ma… sono uscito leggermente fuori tema. Sai, la fantasia ha preso il volo e... »

« Eccola qua » . La segretaria schiaffò in mano all’uomo la copia della commessa Palmieri, già lì bell'e pronta.

« Grazie! Ci… ci vediamo tra cinque giorni, eh? Speriamo che il capo sia un po’ più calmo… »

« Arrivederci... » disse la segretaria mentre l’uomo scompariva nel corridoio che portava all’uscita.

Abele era senza parole. “Ma che tipo!” pensò, mentre avvertì una punta di antipatia per la ragazza; stava controllando l’agenda sul computer che aveva sulla scrivania. Dopo un attimo sentenziò:

« Signor Toni, si accomodi, prego ». Si alzò, bussò leggermente e subito aprì la porta della gabbia del leone, sulla quale c’era scritto “Art Manager Dott. Bruni”. Con la cartella stretta sul petto la seguì lentamente, non potendo fare a meno di deglutire. La segretaria si affacciò e annunciò:

« Dottor Bruni, c’è il signor Toni per il colloquio ». L’uomo dava le spalle alla porta, ed era in mezzo alla stanza.

© Massimo Rognini

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