L'appuntamento (capitolo due, 4° episodio)

Abele sentì il sangue che improvvisamente gli scese ai piedi. A lui piaceva disegnare, c’era portato. Amava mettere i colori assieme per dare vita ad un’idea che nasceva eterea nelle sua testa, e gli piaceva vestirla con i pezzi di carta colorata, profumarla con le essenze delle tempere e gli odori dei pastelli, e sentirla cantare con il rumore che fanno le pagine quando si sfogliano. Di natura testarda, ma anche un pò infingarda, non si era mai adeguato alle moderne necessità del settore, complice una cronica tendenza ad essere quasi sempre al verde, che lo aveva sempre precluso da investimenti in attrezzi e strumenti. D’altronde, anche l’arredamento e gli elettrodomestici del suo appartamento denunciavano un certo gusto retrò. “Non ho un computer, quei programmi non li ho mai usati” avrebbe potuto dire, ma si morse la lingua, sapendo che se il discorso fosse scivolato verso quegli argomenti sarebbe stato un uomo morto.

« Ma…insomma » bisbigliò con cautela, ma sembrava che il dottor Bruni gli avesse letto nella testa:

«Vede» iniziò con un tono quasi paternale

«la nostra agenzia opera nel settore da anni, e si sforza di offrire sul mercato prodotti di alta qualità, e al nostro cliente mostriamo il progetto ideato per lui con qualcosa che lo impressioni, che lo attiri, prima ancora di scendere nei particolari. La forma è tutto, ragazzo mio, la prima impressione è quella che conta!»

«Ha perfettamente ragione!» tentò di riprendersi drizzandosi sulla schiena

«La prima impressione è quella che conta! Infatti, appena penso ad una novità da mettere sul mercato e cerco il modo di lanciarla, la prima pensata è quella più giusta, più originale, più vera… »

stava sbracciando con entusiasmo, ma intervenne il dottor Bruni:

« Va bene, va bene, ma non è sufficiente buttarla giù con il carboncino su un foglio, e basta. Occorre svilupparla su supporti moderni, che si possono facilmente trasmettere in rete, scambiare, correggere all’ultimo minuto senza rifare tutto, e poi, hanno il loro impatto! Per esempio: la posta elettronica, ce l’ha? »

« No... » rispose amaramente, rimanendo con un braccio alzato

«Peccato, perché attraverso quella, o in ogni caso attraverso Internet, ci scambiamo quasi tutto il materiale, dal produttore al consumatore, cioè il cliente, comprese tipografie e studi di produzione televisiva. Mi dia retta: si aggiorni, le capacità di base per il settore non le mancano. Le idee sono dopo tutto le cose più importanti, se mancano quelle…non c’è computer che tenga. Però, quello che le serve, bisogna ammetterlo, è il saper usare questi strumenti. Usi la matita solo per fissare il concetto…Senta, terrò presente i suoi lavori, non si preoccupi! La farò chiamare, se ci saranno degli sviluppi. Lasci l’indirizzo di posta….cioè, il numero di telefono…Ce l’ha la segreteria telefonica, vero?» chiese il dottor Bruni ormai sospettoso.

« Ce l’ho, quella ce l’ho… » rispose Abele ormai deluso e sconsolato.

« Bene, lasci tutto alla signorina Giulia che poi eventualmente ci sentiremo! »

Il dottor Bruni si alzò e tese la mano con dietro un bel Rolex per la seconda volta:

« Le auguro una buona giornata, signor… »

«Toni… » Alzandosi a sua volta, strinse la mano che aveva sotto il naso e guardò con aria triste la cartella che giaceva, aperta, sulla scrivania, e guardò il dottor Bruni:

«Grazie di tutto, spero di risentirci presto! »

« Oh, si figuri…grazie a lei! Arrivederci! »

Lentamente si girò sui tacchi e uscì dallo studio, mesto.

© Massimo Rognini

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