Ambra
stava per rispondere quando squillò il telefono dell’agenzia.
«Toni
assicurazioni… sono Ambra, in che cosa posso esserle utile?»
Mentre
la ragazza si stava dilungando con un cliente per una polizza, Abele
stava valutando i rischi che avrebbe corso se dava il suo numero di
cellulare ad Ambra. Concluse che il piacere di poter essere raggiunto
ovunque da una sua telefonata era ben maggiore dell’imbarazzo che
avrebbe provato se lei avesse, per caso, constatato su un annuncio
che quel numero era lo stesso di un certo “Cicciobello” che
faceva l’accompagnatore. Scrisse il numero su un blocco-notes e lo
porse ad Ambra, la quale stava per finire di spiegare il motivo
dell’aumento del diciassette percento del premio di assicurazione
di un’auto. Buttando giù il telefono Ambra esclamò:
«…Che
palle! – Poi incuriosita guardò il foglio che Abele gli aveva
messo sulla scrivania – Cos’è?»
«Il
numero del mio cellulare»
«Ti
sei fatto il telefonino! Era ora, benvenuto nel mondo di oggi,
Abele!»
«Non
ne potevo fare a meno. Così puoi dire a mia madre che mi può
trovare un po’ più spesso…E questo vale anche per te!»
Abele
non riusciva ad essere diretto con lei, c’era sempre qualcosa che
lo tratteneva, una sorta di timidezza che andava a braccetto con un
profondo rispetto, che gli impediva di spingersi un po’ più in là.
Aveva il timore che esistesse la possibilità che in futuro lei
potesse soffrire, a causa sua, allora preferiva rimanere rintanato
nelle vesti dell’amicone consolatore, ma ci rimaneva a caro prezzo.
«Beh,
allora io vado, eh? Ci sentiamo presto…Ciao!»
«Ciao,
Abele! E usalo, quell’affare!»
La
salutò con una mano mentre apriva la porta dell’agenzia, e si
avviò già per le scale. Nel momento in cui Ambra osservava quel
numero di cellulare, si sentì un telefonino che squillava in
lontananza, e dopo pochi secondi un urlo di Abele echeggiare dalla
tromba delle scale:
«Cesare,
ma vaffanculo…!»
© Massimo Rognini
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