L'appuntamento (capitolo otto, 2° episodio)

A passo svelto si allontanò, infilandosi nel vicolo dal quale era arrivato, con il giornale arrotolato in una mano. Quando giunse davanti ad un bidone della spazzatura si fermò di scatto, lo guardò, e scuotendo la testa mormorò:

«Ma io di tedesco non so un cacchio…» e gettò nervosamente il giornale. Per qualche istante non si mosse da lì, stava fissando quel contenitore con un sorriso che voleva dire: “Come sono bischero”. Alla fine, scuotendo la testa con un sorriso, si girò e riprese a camminare, lentamente.

Aveva pagato il parcheggio per tutto il pomeriggio, quindi, volendo, aveva tutto quel tempo a disposizione. Decise allora che sarebbe passato dall’Agenzia di sua madre. Strada facendo Abele non resistette alla tentazione di telefonare a Paolo. Anzi, aveva la necessità di sfogarsi il più presto possibile con chi lo immaginava, in quel momento, in compagnia della donna della telefonata.

«Ciao, Paolo, sono io!…No, sono in giro per la strada, ma sono solo! Sì, da solo…No, aspetta…Ascolta: neanche te ce l’avresti fatta, la dovevi vedere: sembrava mia nonna! Bassa, tonda, piena di rughe…Insomma, sono scappato! No, non mi ha visto, o meglio, non mi sono fatto riconoscere, e me la sono svignata! E poi è la prima volta, mi ci vuole un po’ per abituarmici. Uno si fa un’idea, partendo dalla voce, e da questa si costruisce un’immagine… Perché, te come te la immaginavi, ieri? Alta, bionda e ben fatta? Beh, io non sono arrivato a tanto con la fantasia, ma quello che ho visto, cioè un canterale…Mi ha bloccato! Sì. Hai ragione, per telefono la voce può fregare…sì, ve bene, ci sentiamo in serata, eh? Ciao!»

Nel momento in cui chiuse il telefonino era arrivato giusto di fronte al portone della “Toni Assicurazioni”. Suonò il campanello, la porta si aprì con uno scatto ed entrò. Chissà se c’era sua madre, pensò, era già qualche giorno che non la vedeva. A dire la verità non ne aveva una gran voglia, di vederla, dopo tutto quello che era successo, e tanto meno dopo tutto quello che sarebbe potuto accadere. Però c’era Ambra. Lei gli aprì la porta, e non poté fare a meno di confrontare mentalmente le fattezze dell’essere che aveva visto all’edicola con quelle della ragazza che aveva di fronte. Si mise a sorridere. Sulla soglia dell’ingresso dell’agenzia Ambra stava guardando:

«Beh, che fai? Non entri?»

© Massimo Rognini

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